Francia, elezioni amministrative: Marine Le Pen non sfonda. L'Ump di Sarkozy primo partito
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Va in scena in Francia il grande ritorno di Nicolas Sarkozy: l'ex presidente vince - secondo alcuni exit poll stravince - le amministrative in cui era attesa l'affermazione del Front National di Marine Le Pen come primo partito a livello nazionale. L'estrema destra conquista terreno ma non sfonda, la gauche di governo perde molte posizioni ma non crolla.
La leader del Front National, che pure aveva puntato a finire in testa, esulta per la conquista di posti nei consigli di dipartimento - che prendono il posto dopo la riforma territoriale di quelli cantonali - mentre in passato il suo partito non aveva radici sul territorio. Sul piano nazionale attacca Manuel Valls, che per primo - 10 minuti dopo i primi exit poll - si era "rallegrato perché il Front National non è stasera il primo partito di Francia. Il primo ministro, ha tuonato la Le Pen, "dovrebbe dimettersi questa sera, dopo aver condotto una campagna elettorale contro i francesi".
Dal lato dei vincitori indiscussi di questo primo turno, l'UMP, che in base ai sondaggi si situa fra il 33 e il 38%, l'elettorato ha premiato la scelta di Sarkozy di allearsi con il centro UDI. Sarkozy ha confermato che l'UMP non parteciperà al "Fronte repubblicano" (le alleanze con il PS in funzione anti-Le Pen) ma che con il Front National "non ci saranno accordi né locali né nazionali". Valls, al contrario, aveva chiamato "tutti i francesi" a fare "fronte comune" al ballottaggio contro l'estrema destra.
Il Partito socialista viene staccato di diversi punti dall'UMP ed è allo sprint per il secondo posto - attorno al 25-27% - con il Front National. Non c'è stato il crollo sotto il 20% - come ipotizzavano i sondaggi - ma il terreno perduto, soprattutto a livello locale dove molti suoi dipartimenti cambiano colore, è allarmante. Nonostante ciò, Valls ha parlato di "tenuta" dei partiti istituzionali nonostante le previsioni catastrofiche dei sondaggi delle scorse settimane.
Sondaggi sbagliati anche sull'astensione, che era stata ipotizzata a livelli record e che invece si è fermata attorno al 49% contro il 55% delle elezioni del 2011.
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