lunedì 23 marzo 2015

se si candidasse Al Gore?

Casa Bianca 2016, Obama accelera sul Clima e, tra Hillary e Bush, spunta l'opzione Gore

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CASA BIANCA
C'è un solo punto nell'agenda politica statunitense sul quale Barack Obama ha un vantaggio, e anche molto consistente, sulla maggioranza repubblicana al Congresso: è l'ambiente. I risultati di un recente sondaggio condotto dal Pew Center sugli elettori americani sono inequivocabili: su questo tema il presidente Usa distacca gli avversari del Gop del 15%.
Obama lo sa, e le sue ultime, importanti, decisioni su tale tema non puntano solo a lasciare una legacy, un'eredità rilevante della sua presidenza, ma anche a influenzare, in modo forse decisivo, la prossima corsa verso la Casa Bianca. Non solo: dagli exit poll dopo le ultime elezioni di Midterm emerge che il 58% degli elettori Usa considera i cambiamenti climatici "un problema serio".
In quest'ottica il 19 marzo Obama ha firmato un ordine esecutivo per fissare nuovi obiettivi per la riduzione dei gas-serra da parte delle agenzie federali: con un taglio programmato delle emissioni del 40% rispetto al 2008, anno in cui venne eletto per la prima volta. Questi obiettivi sono in linea con un altro impegno assunto a novembre come parte dell'accordo sui cambiamenti climatici tra Usa e Cina, nel quale il presidente Usa impegnò il suo paese a ridurre entro il 2025 le emissioni che stanno riscaldando la terra del 26-28% rispetto ai livelli del 2005. L'ultimo annuncio sulle agenzie federali non è tanto importante per il peso di tali entità sulle emissioni di gas serra (meno dell'1% di quelle totali del paese). Quanto perché il governo federale è il maggior consumatore di energia negli Usa (360 mila edifici, 650 mila veicoli e 445 miliardi di dollari spesi ogni anno in beni e servizi) e un miglioramento della compatibilità ambientale di tale struttura ha il potenziale di influenzare i colossi privati ad aumentare i loro obiettivi di taglio delle emissioni.
L'ambiente e il clima, insomma, sono certamente uno dei fattori-chiave nella prossime elezioni presidenziali 2016. Ma gli ormai certi candidati alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Jeb Bush, su questo argomento hanno tenuto un profilo ancora molto basso.
L'ultimo discorso degno di nota di Hillary Clinton sull'argomento risale all'8 settembre 2014 al Clean Energy Summit di Las Vegas: in quell'occasione l'ex segretario di Stato si mostrò molto cauta. Da un lato segnalando i vantaggi del ritrovato ruolo degli Usa come esportatore di gas e di petrolio e non prendendo posizione sul contestato progetto di maxi-gasdotto Keystone XL, dall'altro elogiando Obama per la sua strategia contro il riscaldamento globale.
Se Hillary e cauta gli avversari repubblicani si mostrano ancora più confusi. A partire dal più che probabile candidato Jeb Bush, che si appresta ad attingere alla squadra di esperti che già collaborarono con suo padre e suo fratello alla Casa Bianca. "La sua filosofia generale - ha detto in una recente intervista a Eenews Boyden Gray, che di quelle squadre fece parte - è conservatrice: è un personaggio 
fondamentalmente conservatore come il suo messaggio".
Le prese di posizione di Jeb Bush sull'ambiente negli ultimi anni tuttavia non sono apparse molto chiare. "Penso che il riscaldamento globale possa essere reale", disse per esempio nel 2011 a Fox News. Ma solo due anni prima, nel 2009, alla domanda di un giornalista di Esquire sulle responsabilità dell'uomo nel riscaldamento globale Jeb rispose così "Sono uno scettico, non sono uno scienziato. Penso che la scienza sia stata politicizzata. E sarei molto cauto a svuotare ulteriormente la nostra base industriale". A suo favore, tuttavia, c'è chi ricorda che da governatore della Florida Bush abbia incassato il plauso degli ambientalisti per i suoi sforzi di tutela delle zone umide degli Everglades.
Più in generale, comunque, se i repubblicani sull'ambiente come su altri temi-chiave, vorranno riconquistare la Casa Bianca, dovranno passare da una politica di soli no all'amministrazione Obama - come nel caso della guerra della Casa Bianca alle centrali a carbone - a un messaggio più propositivo. "Penso - ha detto a Rollcall il senatore repubblicano della South Carolina, Lindsey Graham - che ci sarà un problema nel 2016 se non definiremo chi siamo sull'ambiente".
Eppure, non solo per i temi ambientali, un nome dal campo democratico riaffiora con tutta la sua autorevolezza: quello dell'ex vicepresidente Usa Al Gore che perse nel 2000, per un soffio, le elezioni presidenziali in un contestatissimo voto che si concluse con la vittoria di George W. Bush. Il giornalista Ezra Klein, in un articolo che ha fatto molto discutere , auspica una candidatura di Gore.
Quando si parla di cambiamenti climatici - sottolinea Klein - non c'è nessun altro nel partito democratico o in ogni altro partito con la combinazione di credibilità e impegno di Gore...I candidati su di un solo tema raramente vanno avanti nella politica americana ma Gore non ha bisogno di esserlo: il resto delle sue posizioni sono più in linea con quelle democratiche rispetto a quelle di Hillary Clinton. Si è opposto alla guerra in Iraq, e ha appoggiato un sistema di assistenza sanitaria pubblica
Una candidatura fantascientifica? Forse no e gli indizi, come segnala The Atlantic, stanno aumentando.
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Huffpost intervista Obama
1 di 29 
 
The Huffington Post/Damon Dahlen

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