lunedì 22 giugno 2015

buone notizie da Green Peace

Si è concluso il 18 giugno, con una sentenza di assoluzione, il processo contro 23 attivisti di Greenpeace che nel 2010 erano intervenuti per impedire la contaminazione causata da coltivazioni illegali di mais OGM in Friuli Venezia Giulia.
Tutto era cominciato nella primavera del 2010, quando si diffonde la notizia di campi seminati illegalmente con mais geneticamente modificato (MON810 della Monsanto) in Friuli Venezia Giulia. Di fronte al pericolo di contaminazione da OGM e vista la lunga inazione delle autorità locali e nazionali, Greenpeace aveva prelevato e analizzato alcuni campioni di mais, scoperto l'esatta posizione dei campi e successivamente isolato e messo in sicurezza la parte superiore delle piante che stavano già disperdendo il polline delle colture geneticamente modificate.
Sebbene gli attivisti di Greenpeace hanno solo fatto ciò che avrebbero dovuto fare le autorità preposte – difendere l'ambiente – nel gennaio del 2012 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pordenone aveva emesso un decreto penale di condanna nei confronti di 23 attivisti per oltre 86 mila euro. A tale decreto Greenpeace si è opposta ed è così iniziato il processo che oggi è giunto a conclusione.
«La piena assoluzione con cui è finito il processo riconosce la legittimità del nostro intervento per impedire la contaminazione causata dalle coltivazioni illegali di mais OGM», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia. «Questa sentenza è un'ulteriore sconfitta del fallimentare modello di agricoltura industriale di cui gli OGM sono un emblema, e un'ulteriore spinta a investire seriamente in pratiche agricole sostenibili».
AIAB gioisce per la sentenza di Pordenone che ribalta la sentenza del 2012 e che scagiona tutti gli attivisti di Greenpeace che coraggiosamente si sono opposti alla semina illegale di Mais OGM preservando il territorio dalla contaminazione.
Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione non solo per gli amici di Greenpeace, che hanno sopperito con la loro azione all'eccessiva titubanza di tutto il movimento, ma per il valore della sentenza che sostanzia che l'intervento fatto è un atto di tutela del territorio e non di gratuito teppismo come qualcuno ha tentato di far credere. L'illegalità la persegue chi semina in modo fraudolento OGM e non chi si oppone per evitare danni alla collettività
A Greenpeace insieme alla condivisione della soddisfazione va anche il nostro ringraziamento!


di Vincenzo Vizioli

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