Territori di reciprocità contro il dominio del profittoby JLC |
di Paolo Cacciari*
In Francia, lo scorso anno, l’economia sociale e solidale è diventata legge (Siamo uomini non capitali). In Italia lo hanno fatto alcune Regioni (Puglia, Lazio, Emilia Romagna) e il Trentino. Altre si accingono a farlo (Friuli Venezia Giulia). La base del movimento che spinge per un’economia ispirata ad altro che non sia la massimizzazione dei rendimenti e dei profitti è costituita da gruppi di produttori e cittadini consumatori che sperimentano modalità di relazioni collaborative, dirette, trasparenti, fondate sulla reciproca fiducia.
Le iniziative più note sono i Gruppi di acquisto solidali, le banche del tempo, le botteghe del commercio equo e solidale, la microfinanza etica, i mercati contadini, le reti dei produttori biologici, le cooperative sociali, le fondazioni di comunità e molte altre ancora. La rete italiana di economia solidale è nata nel 2002 attorno alla Carta di Verona (www.retecosol.org) ed organizza periodici incontri sui territori.
Quest’anno Ines (Incontro nazionale di economia solidale) si terrà dal 17 al 21 giugno nella splendida cornice dell’ex Ospedale psichiatrico di Trieste. Due giorni e mezzo di colloquipropedeutici e altri due di laboratori, mercatini, spettacoli. Le aree espositive (più di cento realtà provenienti da tutta Italia) seguiranno le “filiere” dell’alimentazione, dell’abitare, del vestire e del buen vivir, inteso come le buone pratiche che si prendono cura della vita relazionale, della messa in comune dei saperi, della creazione di comunità sostenibili e consapevoli. Tra i temi trattati ci saranno le monete alternative, le proprietà collettive, il rapporto con le istituzioni della governance globale (T-tip). Parteciperanno: Euclides Mance, brasiliano, il più noto teorico dell’“economia di liberazione”; Roberto Mancini, filosofo, autore di Trasformare l’economia; i ricercatori ecosol Roberto Burlando, Mauro Bonaiuti, Davide Biolghini, Paolo Tomasin (vedi:www.incontronazionale.economiasolidale.net).
Ferruccio Nilia, sociologo, del Tavolo beni comuni ed economia solidale del Friuli Venezia Giulia, sostiene che al centro dell’economia sostenibile vi deve essere il distretto territoriale. Un luogo e un entità di promozione del cambiamento dove si possono sperimentare scambi di beni e di servizi capaci di generare legami comunitari eco-solidali (pensiamo alle relazioni di dono, all’economia della condivisione, al lavoro di cura) attingendo alle risorse umane e naturali esistenti. A Trieste, sicuramente, ci si appassionerà su quanto l’economia solidale sia alternativa o solo complementare a quella capitalistica dominante.
* Paolo Cacciari è autore di articoli e saggi sulla decrescita e sui temi dei beni comuni. Questo articolo è stato pubblicato anche su Left. Il nuovo libro di Paolo Cacciari, Vie di fuga(Marotta&Cafiero) – un saggio splendido su crisi, beni comuni, lavoro e democrazia nella prospettiva della decrescita – è leggibile qui nella versione completa pdf (chiediamo un contributo di 1 euro).
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