domenica 23 novembre 2014

L'avvio di una nuova agricoltura

Come prepariamo il terreno per i giovani che vogliono lavorare nell'agricoltura Made in Italy

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C'è un'Italia che lavora e va avanti. Va avanti anche nelle difficoltà, che ci sono e che non ci nascondiamo, ma che ha voglia di reagire, di superare il momento difficile.
C'è un'Italia che parte dalla terra e con orgoglio, ogni giorno, contribuisce anche a far crescere il successo di un asset fondamentale del Paese, il Made in Italy agroalimentare, con i suoi 33 miliardi di euro di export nel mondo nel 2013.
È l'Italia dei giovani imprenditori agricoli, che con passione ti raccontano belle storie d'impresa, di lavoro e di innovazione. Faticano e troppo spesso lottano con la burocrazia, con un sistema che non li accompagna in questa sfida. Ma tenaci, vanno avanti.
Ho già raccontato questa storia, ma ci tengo a ripeterla ancora e a conoscere quante più persone possibile di coloro che ne fanno parte. Per ascoltare chi del settore primario vive, le loro prospettive e difficoltà,
per aiutarli a farli sempre meglio. Sto parlando di 48.000 aziende che rappresentano una parte essenziale del futuro della nostra agricoltura, quindi quello della nostra alimentazione, della nostra identità.
Sono ancora poche, perché abbiamo un ritardo nel ricambio generazionale che ci vede indietro rispetto ad altri partner europei. L'Italia, infatti, è tra i Paesi Ue con minore incidenza di conduttori di aziende agricole giovani: solo il 5% ha un'età inferiore a 35 anni, contro la Francia che raggiunge l'8,7% e molti Paesi del Nord Europa nei quali si supera il 10%.
Allo stesso tempo negli ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio boom di iscrizioni a percorsi formativi legati a questo mondo, con le facoltà di agraria che hanno aumentato del 44% le iscrizioni e gli istituti tecnici agrari del 21%.
Anche da qui, l'anno scorso, sono nate le 11.500 start up agroalimentari del nostro paese. Il nostro compito allora è quello di fare scelte che diano risposte a questi ragazzi, diano prospettiva e futuro. Per questo negli ultimi mesi abbiamo messo in campo azioni concrete per favorire il ricambio generazionale e dare un contributo alla lotta alla disoccupazione giovanile.
È questa una delle sfide fondamentali del Governo sulla quale dobbiamo continuare a insistere con decisione e tenacia. Serve un salto di qualità. Sono convinto che il settore agroalimentare possa fare la sua parte, anche grazie alle energie, alle idee e alla voglia di crescere e la tendenza ad innovare dei giovani che hanno scelto di investire in questo settore.
Pensando a loro abbiamo agito su tre fronti principali: credito, lavoro e competitivitàCon il pacchetto #campolibero abbiamo attivato mutui a tasso zero per under 40 che investano nei settori della produzione, della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e detrazioni al 19% per under 35 che affittano terreni da coltivare.
Attraverso il nostro istituto Ismea agiamo per dare maggiori opportunità alle start up agricole con il fondo di garanzia, che rende più semplice accedere a prestiti, e con mutui fino a 30 anni per il primo insediamento in agricoltura, con abbattimento della quota di interessi di 40mila euro.
Ancora con il dl competitività siamo intervenuti per favorire la stabilizzazione dei giovani nel settore primario,
introducendo uno sgravio di 1/3 della retribuzione lorda per le assunzioni stabili di lavoratori tra i 18 e i 35 anni. Per la prima volta abbiamo esteso al mondo agricolo le deduzioni Irap al 50%, che possono arrivare
fino a 10.500 euro per assunzioni di giovani nelle Regioni del Mezzogiorno, con contratti a tempo determinato per la durata di almeno tre anni e per almeno 150 giornate all'anno.
I giovani che tengono la strada dell'impresa potranno usufruire anche dei crediti d'imposta per la competitività di Campolibero, quelli al 40% per investimenti fino a 400mila euro per innovazione e reti d'impresa e soprattutto quello fino a 50mila euro per l'e-commerce di prodotti agroalimentari. Anche nell'attuazione della nuova Politica agricola comune 2014-2020, la norma europea che è il faro per le scelte nel comparto, abbiamo tenuto la questione generazionale al centro, garantendo 80 milioni di euro l'anno, il massimo del plafond disponibile, per aumentare del 25% gli aiuti diretti per le imprese condotte da giovani
sotto i 40 anni.
Inoltre durante questo nostro Semestre europeo di presidenza italiana abbiamo presentato un progetto a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura con tre obiettivi principali: la concessione di crediti dedicati da parte della Banca Europea degli Investimenti per fornire un sostegno economico ai giovani agricoltori che intendono accedere ai finanziamenti; strumenti che favoriscano l'acquisto di terreni agricoli da parte di giovani, anche in deroga alle attuali norme in materia di aiuti di Stato e l'istituzione di un "erasmus" per i giovani agricoltori per facilitare lo scambio di informazioni e di esperienze professionali tra le diverse realtà agricole europee.
E' in corso un bando start up verso Expo e stiamo lavorando a un grande progetto per aiutare i giovani a entare nel mondo dell'agricoltura e innovarla.
Questi sono i nostri primi passi concreti, ma non ci fermeremo. Vogliamo costruire un modello di sviluppo nuovo per l'agroalimentare italiano, dove i giovani siano protagonisti. Lavoriamo perché possano avere i piedi nella terra e la testa nel mondo.

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