Alluvioni e cambiamenti del clima, le catastrofi più costose
Renzo Rosso
Professore ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia, Politecnico di Milano
L’acqua è da sempre un fattore chiave per la vita dell’uomo sulla Terra. Ha influenzato la scelta degli insediamenti nel territorio e condizionato lo sviluppo economico fin dagli albori dell’umanità. Nel nuovo millennio l’acqua è diventata la chiave di volta dei sistemi sociali a tutte le scale geografiche, dal villaggio che deve resistere all’inquinamento delle fonti o al ticket delle multinazionali, al pianeta sfidato dai cambiamenti del clima, la cui la cinghia di trasmissione è proprio il ciclo dell’acqua. E negli ultimi trent’anni i disastri prodotti dagli estremi idro-meteorologici sono diventati le catastrofi naturali più costose del mondo, assai più di terremoti ed eruzioni vulcaniche messe assieme.
Conoscere il passato per capire il futuro è una necessità spesso trascurata ma ben nota, dal momento che già Leonardo da Vinci aveva capito che «se ti addiviene di trattare delle acque consulta prima l’esperienza e poi la ragione» e l’Italia fin dall’unità ha dovuto fronteggiare alluvioni e siccità, pagando spesso un prezzo salato. Il Bisagno di cui oggi parlano tutti è torrente nascosto dall’avidità di suolo dei genovesi e da un concetto futurista di progresso, ma in questo paese ci sono dieci, cento, mille Bisagni che da sempre riforniscono d’acqua la loro gente che, nello stesso tempo, ne ha stretto le sponde e occupato le rive ponendosi a rischio d’alluvione. Così, l’Italia è un archetipo che la storia mette a disposizione del pianeta che ospiterà a breve nove miliardi persone, confinandone i due terzi nelle baraccopoli urbane. Se la storia è senz’altro la migliore strada per capire e spiegare la matematica della natura, mettere la conoscenza storica e l’esperienza olistica assieme alla scienza moderna è una sfida che soprattutto gli italiani possono affrontare con successo. Capire come la piena del Tevere abbia trascinato la cesta di Romolo e Remo fino all’ansa dove li trovò la lupa, perché la piena dell’Arno del 1333 distrusse tutti i ponti di Firenze tranne quello di Rubaconte e quante arcate del Ponte di sant’Agata sopravvissero nel 1452 all’impeto del Bisagno, tutto ciò aiuta a capire dove, come, quando e perché le alluvioni colpiranno di nuovo e, magari, prendere qualche precauzione.
Temi globali di oggi e di domani sono la water footprint e la food security, così come il flood proofing e la predicibilità degli estremi e le politiche di adattamento al clima che cambia. Ma sono temi che incontriamo anche nella nostra vita quotidiana, se mangiamo una coscia di pollo invece di una bistecca o se un’onda improvvisa invade il sottopasso che stiamo percorrendo.
In questo blog vorrei dare spazio ai quesiti, alle idee e alle proposte del pubblico e degli scienziati secondo uno schema aperto, in “armonia”. Per valutarne assieme la razionalità, l’utilità e la fattibilità sul terreno scientifico, tecnico ed economico. E orientare le scelte della società e della politica.
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