Turismo: rilanciare brand “Riviera delle Palme”? Impossibile senza comunicare in lingua. Il caso dei turisti russi e cinesi
Cosa succede se il messaggio non coglie il bersaglio? Ha risposto al quesito, in esclusiva per Savona News, il direttore marketing e vendite di East Media, Emanuele Vitali. Risulterà più proficuo, ad esempio, invece di google e facebook, utilizzare Yandex per la Russia e Baidu per la Cina
Rilanciare il brand “Riviera delle Palme”.Creare un tavolo unitario. Unire le forze per fare cartello e offrire un servizio coordinato di valorizzazione del territorio. Viaggi istituzionali per allacciare rapporti commerciali-turistici. Negli anni sono state decine le ricette propinate da numerosi amministratori pubblici della Provincia di Imperia in materia di turismo. Per attrarre turisti bisogna promuovere il territorio e offrire servizi. Vero, ma non del tutto. Prima ancora sarebbe opportuno conoscere il proprio target di riferimento. Cosa succede se il messaggio non coglie il bersaglio? Ha risposto al quesito, in esclusiva per Savona News, il direttore marketing e vendite di East Media, Emanuele Vitali. Risulterà più proficuo, ad esempio, invece di google e facebook, utilizzare Yandex per la Russia e Baidu per la Cina.
“Non ci sono progetti comunicativi che si rivolgono all’utente russo e cinese – sentenzia Vitali – L’utilizzo dei motori di ricerca web, dei social network e altri strumenti di comunicazione digitale spesso non trovano il destinatario, perché semplicemente questi utenti non utilizzano gli stessi strumenti”. Il principale ostacolo è rappresentato dalla mancanza di informazione in lingua. “Un turista russo o cinese non trova sulle applicazioni le recensioni di hotel, ristoranti e strutture ricettive, nella propria lingua. Sugli smartphones cinesi sono, infatti, numerose le app che forniscono servizi per informarsi, leggere recensioni, comparare i prezzi, prenotare con un semplice click. Secondo recenti studi della Banca d’Italia il turista russo è considerato top spender in Italia. Il problema è di tipo strategico. Manca una comunicazione diretta in lingua. Non avendo una proposta efficace, sono costretti ad appoggiarsi ai tour operator. Questo però mortifica gli utenti. Generalmente i turisti di classe media, sempre più consapevoli del proprio ruolo attivo, comparano offerte e prezzi su internet”. Ma è un problema tipicamente italiano? “Francia e Germania, ad esempio, si muovono molto meglio in questa direzione.”
Le principali pecche di un’azienda italiana? “Non fanno lavoro di posizionamento e questo si traduce in mancanza di opportunità”. Un paradosso clamoroso? “Se digitiamo Expo – evidenzia Vitali – sul motore di ricerca cinese, ci compariranno una serie di risultati sorprendenti. Il primo ad apparire è Shanghai 2020. Seguono altri risultati e solo in nona posizione troviamo Expo Milano 2015 (cui sono legate numerose iniziative promozionali e turistiche anche della Riviera dei Fiori ndr). Ma la versione è solo in inglese, che la maggior parte dei cinesi non è in grado di comprendere. Probabilmente quelli di Hong Kong, ma è una percentuale risicata del 4%”.
Ma quindi quali sarebbero le soluzioni? “In primis i portali devono anche essere scritti in lingua. Non basta l’inlgese, ma occorre la traduzione del sito. Avere la consapevolezza che questi mercati hanno sistemi diversi dai nostri. Il turismo italiano è uno status symbol. E per questo si aspettano un servizio all’altezza del costo. Comunicare in lingua diventa un concetto di rispetto”. In definitiva appare centrale un elemento di fondo: occorre che il messaggio sia culturalmente compatibile con il paese target, affinché risulti vincente
Nessun commento:
Posta un commento