Ordine dei medici, appello al non voto
Antonio Marfella
Tossicologo oncologo, Componente Osservatorio Ambientale indipendente di Acerra
In Italia in questi giorni assistiamo attoniti ed avviliti all’incremento abnorme, pericolosissimo ed antidemocratico della disaffezione al voto con un’unanime condanna della politica che ha spinto a tanta disaffezione per le normali attività democratiche di una Nazione.
Questa disaffezione totale al voto risulta indispensabile però in riferimento alle ormai anacronistiche, obsolete ma soprattutto antidemocratiche elezioni ordinistiche per quanto riguardal’Ordine dei Medici Chirurghi.
Le norme che infatti stabiliscono le attuali modalità di votazione presso i singoli Ordini dei Medici risalgono ormai alla notte dei tempi, ad inizio 1900, quando gli iscritti provinciali all’albo non superavano il centinaio e sono completamente illegittime oggi perché incapaci di garantire la corretta espressione democratica della volontà elettorale di oltre 24 mila iscritti, come oggi registra l’Ordine dei Medici di Napoli.
Obbligare ben 24mila aventi diritto a procedere ad antidemocratiche elezioni in soli tre giorni, 30 ore di apertura di seggio, significa (pur predisponendo decine di seggi elettorali dove esprimere ben 15 nominativi) impedire la legittima espressione del voto a non meno di diecimila medici aventi diritto, non essendo fisicamente possibile, date le leggi fisiche di impenetrabilità dei corpi, potere assicurare il voto legittimo e libero a tutti gli aventi diritto: calcolando che sulla scheda elettorale vanno indicati 15 nomi, in 10minuti riuscirebbero a votare non più di 4 medici che moltiplicati per 30 ore fanno circa 15mila votanti su un totale di 24mila aventi diritto.
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Come ben sanno tutti i medici, quindi, vince le elezioni chi è in grado di assicurare una quota di colleghi o “amici”, “truppe cammellate” disposti apresidiare fisicamente il seggio elettorale per i tre giorni di votazione, per impedire ad altri colleghi di potere liberamente esprimere la propria volontà elettorale, anche al di fuori di aggressivi condizionamenti fatti dalle “truppe cammellate” strategicamente disposte all’ingresso del seggio elettorale.
Il tutto quando ormai, proprio nel terzo millennio, lo stesso Ordine dei Medici, tra i primi Ordini in Italia, si è attivato meritoriamente per predisporre e diffondere la posta certifica (Pec, a disposizione di circa il 50% dei medici) che tranquillamente può garantire, ad esempio, una libera, non condizionata e soprattutto non fisicamente impedita espressione di voto.
Quale più giovane iscritto all’Ordine dei Medici di Napoli dal 1980 al 1983, il sottoscritto è stato componente Segretario delle elezioni dell’Ordine dei Medici del 1981 e posso personalmente testimoniare e garantire la assoluta illegittimità, antidemocrazia e totale obsolescenza del regolamento di voto, elaborato ad inizi 900, già nel 1981!
Nulla è cambiato ed è gravissima espressione di mancanza totale di democrazia vera continuare a perpetuare queste anacronistiche norme elettive.
Persino il Giuramento di Ippocrate è cambiato! Le modalità elettive no: perché?
Avallare ancora nel 2014, andando a votare, modalità elettive simili per un organismo così delicato ed importante come l’Ordine dei Medici, posta la impossibilità fisica alla libera espressione del voto per non meno di diecimila medici aventi diritto, è inneggiare alla oligarchia, non alla democrazia!
E’ quindi indispensabile non già fare liste alternative od invitare al voto donne o sindacati, ma fare un sola, unica cosa: non votare!
Il mancato raggiungimento del pur minimo quorum obbligherà tutti alla ormai indifferibile riforma sia dell’Ordine ma soprattutto delle modalità elettive, sinora immodificate dagli inizi del 1900 solo per garantire una gestione la più lobbistica possibile del nostro prezioso ed amato Ordine dei Medici.
Napoli li 26 novembre 2014
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