Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico: il contributo dell’Ue nei Paesi in via di sviluppo
350 milioni di euro per la GCCA+ fino al 2020. Gli esempi del Bhutan e dell’ecovillaggio in Tanzania
[29 ottobre 2015]
Il Commissario europeo alla cooperazione internazionale e allo sviluppo, Neven Mimica, ha dato il via oggi alla nuova fase della Global Climate Change Alliance (GCCA), chiamata Global Climate Change Alliance plus (GCCA+), che sarà in vigore fino al 2020. Secondo la Commissione Ue, «LA GCCA+ è chiamata a diventare uno dei principali strumenti utilizzati dall’Europa per aiutare i Paesi in via di svluppo più vulnerabili a far fronte al cambiamento climatico. L’Ue sblocchera circa 350 milioni di euro per la GCCA+ fino al 2020, ai quali si aggiungeranno gli investimenti privati e gli investimenti pubblici nazionali che questo aiuto finanziario dovrà attrarre».
Dal 2007 la prima fase della GCCA ha sostenuto 51 programmi in 38 paesi e 8 regioni. Con la seconda fase l’Ue continuerà a fornire assistenza tecnica per i problemi del cambiamento climatico ai Paesi meno avanzati e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo. La GCCA è uno dei principali contributi dell’Ue all’attuazione dell’ Addis Ababa Action Agenda (AAAA), che prevede che alla COP 21 Unfccc di Parigi vengano adottate misure urgenti per lottare contro il cambiamento climatico e le sue conseguenze. L’AAA, insieme al programma di sviluppo sostenibile per il 2030, che comprende l’azione per il clima nell’obiettivo 13, determinerà lo sviluppo della cooperazione a livello internazionale per i prossimi 15 anni.
Mimica ha sottolineato che «E’ una priorità essenziale per l’Ue quella di aiutare i Paesi più vulnerabili nei loro sforzi di adattamento al cambiamento climatico e, parallelamente, nella transizione verso delle economie verdi e sostenibili. Esistono degli esempi di successo incoraggianti che andremo a riprodurre e sviluppare nel corso dei prossimi anni».
La commissione fa due esempi di queste iniziative di successo:
GCCA Bhutan – Si tratta di un progetto ambizioso mirante ad aiutare il Bhutan a migliorare la resilienza delle gestioni rurali agli effetti del cambiamento climatico e la preparazione al cambiamento climatico delle risorse naturali rinnovabili. Grazia alla GCCA, il 30 settembre 2015, il Bhutan ha rimesso al segretariato della United Nations Framework – Convention on Climate Change (UNFCCC) le 30 settembre 2015, un impressionante Intended Nationally Determined Contribution (INDC) in vista del futuro accordo di Parigi. Il Bhutan riafferma, così facendo, il suo obiettivo di rimanere carbon neutral, assicurandosi che le sue emissioni di gas serra non superino la capacità di assorbimento delle sue foreste. La GCCA permette così al Bhutan di mantenere l’impegno che figura nella sua INDC e cioè mantenere almeno il 60 % della sua superficie ricoperta da foreste (attualmente è il 7 %).
L’ecovillaggo di Chololo vicino a Dodoma, in Tanzania, punta a rafforzare la capacità delle comunità rurali vulnerabili delle zone semiaride del centro del Paese ad adattarsi agli effetti avversi del cambiamento climatico. Più specificamente, il progetto ha permesso di identificare e di condividere un largo ventaglio di tecnologie di adattamento innovative, di aiutare la comunità rurale ad adottare e mettere in opera un solido quadro di regimi fondiari e di principi e pratiche di gestione delle risorse naturali; di rafforzare le donne ad agire come avanguardia della trasformazione, rafforzando la loro autorità e riducendo il loro carico di lavoro, di accrescere la sicurezza alimentare e i redditi familiari e di migliorare i mezzi di sussistenza.
Il commissario Ue all’azione climatica e all’energia, Miguel Arias Cañete, conclude:«Si tratta di un’iniziativa ambiziosa che dimostra che l’Ue rafforza il suo finanziamento nel settore del clima, per aiutare i Paesi più vulnerabili ad agire contro il cambiamento climatico. Inviando così un segnale chiaro prima della conferenza di Parigi: l’Ue mantiene I suoi impegni ed è pronta a continuare a svolgere il suo ruolo»
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