Turchia, Fethullah Gulen e leader Pkk curdo tra i terroristi più ricercati. L'ultima stretta di Erdogan a 3 giorni dal voto
Pubblicato: Aggiornato:
A tre giorni dalle elezioni, il governo di Ankara continua la sua crociata contro i curdi e il magnate e imam Fethullah Gulen, ex sodale poi diventato nemico numero uno del presidente Recep Tayyip Erdogan. Il ministero dell'Interno turco ha pubblicato la sua lista dei terroristi più ricercati, includendovi Gulen e diversi leader del Pkk curdo, tra cui Cemil Bayik, Murat Karayilan e Duran Kalkan.
Gulen, che dal 1999 vive negli Stati Uniti, è accusato di aver creato uno "stato parallelo" infiltrando i suoi affiliati della confraternita Hizmet nei gangli di polizia, magistratura e burocrazia allo scopo di rovesciare il potere di Ankara.
I terroristi ricercati dalla Turchia sono divisi in base alla presunta pericolosità in cinque categorie decrescenti, distinte con i colori rosso, blu, verde, arancione e grigio.
I terroristi ricercati dalla Turchia sono divisi in base alla presunta pericolosità in cinque categorie decrescenti, distinte con i colori rosso, blu, verde, arancione e grigio.
Oltre che i membri del Pkk e della rete di Gulen, ci sono militanti di formazioni di estrema sinistra e dell'Isis. Le autorità di Ankara offrono ricompense fino a 4 milioni di lire turche (circa 1,2 milioni di euro) per chi dà informazioni utili alla loro cattura.
Due quotidiani turchi d'opposizione, Bugun e Millet, di proprietà del gruppo Koza Ipek (società notoriamente vicina al potente movimento islamico di Fethullah Gulen) non hanno potuto stampare le loro pubblicazioni dopo la maxi retata delle forze dell'ordine contro la sede dove si trovano anche due tv che fanno parte del gruppo.
(continua dopo le immagini)
"Abbiamo completato il nostro giornale alle 15:00 (di mercoledì) e lo abbiamo mandato in stampa alle 17:00 - ha spiegato il direttore di Bugun, Erhan Basyurt - hanno preso tempo adducendo problemi tecnici fino alle 21:00. E poi ci hanno detto che non si poteva mandare in stampa perché c'è un divieto scritto". Basyurt e due giornalisti sono stati licenziati stamattina dai membri del nuovo consiglio di amministrazione, nominati dopo il commissariamento.
Il quotidiano Millet ha pubblicato su Twitter la sua prima pagina con una foto della carta di giornale insanguinata e il titolo "sanguinoso colpo di stato".
L'operazione di ieri all'alba è l'ultimo atto della resa dei conti tra il partito della Giustizia e dello Sviluppo (Akp) del presidente Recep Tayyip Erdogan e il movimento Hizmet dell'ex alleato Fethullah Gulen.
Secondo Human Rights Watch, la stretta sulla stampa è la peggiore dal golpe del 1980. "Dai giorni del colpo di stato militare del 1980 non ci sono state misure così drammatiche per bloccare e impedire il controllo del potere" in Turchia, denuncia Hrw. "A pochi giorni dalle elezioni del primo novembre 2015 - scrive Hrw - il governo turco sta prendendo misure straordinarie per silenziare i media critici e reprimere quelli che vengono percepiti come oppositori".
La prima pagina di Bugun oggi avrebbe mostrato, su sfondo nero, le immagini degli scontri legati al raid di ieri della polizia nella redazione di Istanbul dei media del gruppo Ipek con il titolo "L'appropriazione degli amministratori" nominati dal tribunale, descrivendolo come un "quadro vergognoso" in occasione del 92esimo anniversario della Repubblica turca, che si celebra oggi. L'altro quotidiano bloccato in tipografia, Millet, titolava invece "Golpe sanguinoso", mostrando l'immagine diventata simbolica della tessera stampa del suo reporter Mustafa Kilic coperta di sangue per le ferite riportate negli stessi scontri.
Nessun commento:
Posta un commento