venerdì 30 ottobre 2015

Monte Tarinè:il Beigua non è ancora in sicurezza

ATTUALITÀ | venerdì 30 ottobre 2015, 11:30

Estrazioni sul Monte Tarinè, il Comitato:"Latitanza istituzioni: il Beigua ancora in pericolo"

"Il silenzio generale su questa vicenda, possano favorire la promulgazione di riforme e regole le cui conseguenze avranno ricadute negative sul dei Parchi, istituzione fondamentale per la salvaguardia ambientale"


Il  Comitato Spontaneo Amici Del Tarinè esprime stupore per il silenzio mediatico e politico che avvolge la vicenda della cava di titanio sul Tarinè. A seguito della richiesta della Compagnia Europea per il Titanio al Tar per l’annullamento del decreto regionale n°355 del 07\07\2015, richiesta nella quale vengono sollevati dubbi circa la costituzionalità del provvedimento nonché delle leggi e regolamenti dei parchi.
“A nostro avviso, spiega il Comitato,   i mezzi di informazione non hanno colto l’aspetto più preoccupante del ricorso della Cet sul rigetto della loro richiesta, cioé quello che solleva dubbi circa la costituzionalità delle norme dei parchi perché in contrasto con la libertà di impresa e di ricerca”.
“Questo fatto, prosegue l’associazione, unito alle affermazioni dell’attuale presidente della Regione Liguria Toti che ritiene che in Liguria ci siano troppi parchi, non costituisce  un attacco frontale al solo parco del Beigua ed alla questione della miniera di titanio, ma al concetto stesso di Parco. Questo aspetto è ancora più preoccupante se si considera anche che in questi giorni si sta decidendo sul trattato TTIP  il cui obiettivo è proprio quello di sottrarre agli stati la sovranità su molte leggi di tutela ambientale e non solo”.
“Lo scorso 22 giugno 2015 abbiamo consegnato le nostre osservazioni corredate da quasi duemila firme raccolte in sole due settimane, ma questo fatto non viene mai citato da nessuno nè dalla stessa CET nel suo ricorso, quasi che la volontà popolare non avesse alcun peso, o peggio, per nasconderla”.
“Come cittadini, prosegue il Comitato Amici del Tarinè, siamo preoccupati per la latitanza delle istituzioni in un silenzio generale su di una vicenda molto importante, che ricadrà soprattutto sul futuro della Liguria Intera e , lo ribadiamo, su quello delle norme di salvaguardia ambientale di tutto il paese”.
“Ulteriore motivo di riflessione sono le posizioni della massima istituzione regionale ligure,  il cui silenzio generale su questa vicenda, possano favorire la promulgazione di riforme e regole le cui conseguenze avranno ricadute negative sul dei Parchi, istituzione fondamentale per la salvaguardia ambientale”.
“Noi del comitato, in rappresentanza della volontà direttamente espressa da circa 2000 persone, siamo un po’ stupiti del fatto che questi aspetti non siano stati colti e quindi con il presente comunicato speriamo di riaccendere la luce, troppo velocemente spenta, sulla vicenda del monte Tarinè, culla millenaria delle tradizioni e della natura di un’intera vallata tutelata unicamente dal Parco del Beigua”.
“Vogliamo sia chiaro che, la tutela del Beigua è un bene comune italiano,oltre che ligure, rappresentando una zona di pregio e un enclave che a differenza di molte altre zone della Liguria è rimasto pressochè incontaminato. Il Beigua rimane, come documentato, una delle poche zone di pregio naturalistico e prive di inquinamento.Si sottolinea che l’apertura di una cava/miniera di quelle proporzioni, considerando che comporterebbe la realizzazione di opere ed interventi accessori , variazione del flusso di traffico pesante, avrebbe pesanti ricadute anche sul resto del Parco e non solo sull’area di intervento, e ricordiamo anche la forte presenza accertata di amianto nelle rocce interessate”, conclude il Comitato.

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