martedì 13 ottobre 2015

cambiare il futuro del cibo

Cambiare il futuro del cibo? Si può!

Le migliori idee nascono da chi pensa fuori dagli schemi. E lo fa con la passione e la voglia di cambiare il mondo. È lo spirito che anima i ragazzi che hanno partecipato ad “Hacking the Future of Food”, l’hackaton lanciato da Terra Madre Giovani – We Feed the Planet per trovare le soluzioni più innovative per il futuro del cibo. Un workshop aperto a tutti, in cui i partecipanti sono stati divisi in squadre (composte da ragazzi che mai si erano visti prima) e sfidati a trovare una soluzione “ai maggiori problemi del settore alimentare”. Alla fine una giuria di esperti ha selezionato tre idee che hanno partecipato all’Expo Innovation Challenge il 9 e 11 ottobre (in palio 20.000 euro e sei mesi di incubazione e monitoraggio con tecno-imprenditori).
Vediamo quali.
Un’idea è quella di creare un sistema che collega i mercati contadini alle persone, unendo l’esperienza fisica della conoscenza del cibo e di chi lo produce a quella virtuale della spesa online. L’innovativo servizio si chiama Radish ed è pensato per chi frequenta il mercato ma non sempre trova il tempo di andarci: su un sito potrà ordinare tutti i prodotti che abitualmente compra sui banchi con il consiglio del contadino di fiducia e riceverli direttamente a casa, conservandone freschezza e qualità. Insomma un “e-commerce contadino” basato su una piattaforma altamente tecnologica, con cui ad esempio si può visualizzare la mappa del mercato e fare una spesa “virtuale” tra i banchi.
Con Indie farmer, piattaforma globale su cui sono riuniti eventi e occasioni in cui conoscere i produttori: una sorta diindifefarmerAirbnb per contadini che permette di visitare le fattorie, partecipare a eventi e lasciare le proprie recensioni. Pranzi in cascina, degustazioni di prodotti caseari, raccolta di zucche, lezioni di cucina: Indian Farmer mette in relazione chi deve scegliere il cibo da portare in tavola e chi produce. Basterà scegliere l’evento, iscriversi, pagare, condividerlo sui social, partecipare e lasciare un proprio commento. Se scoccherà la scintilla avremo trovato il nostro spacciatore di cibo buono e contribuito a sostenere progetti agricoli nei paesi in via di sviluppo.
Un obiettivo questo condiviso anche dal team che ha cercato una soluzione al land grabbing pensando a una “banca” della terra per ridare la terra ai legittimi proprietari: i contadini. Il suolo è un bene comune e tutti dobbiamo contribuire a preservarlo: con l’acquisto di azioni dal prezzo simbolico finanzieremo il riscatto dei terreni da restituire alle comunità locali, che li coltiveranno per alimentare se stessi e il mondo.
Cibo buono, pulito e giusto per tutti è anche il motto di Smart food, il brand che contraddistingue gli alimenti coltivati con l’amore e il rispetto che l’agricoltura tradizionale ha per la natura, senza pesticidi e fertilizzanti. Un cibo intelligente, buono e sostenibile, che racconta da dove viene e com’è cresciuto, istruisce chi se ne occupa e cambia il modo di pensare e agire di chi lo mangia.
Ma come imparare a coltivare il nostro cibo in autonomia? La risposta è Me-farmer, un sistema che unisce l’acquaponica all’esperienza degli agricoltori, utilizzando la tecnologia. Nel progetto pilota i bambini apprendono gli antichi saperi dai contadini locali, ne fanno tesoro, diventano consapevoli e trasmettono la conoscenza ai provetti agricoltori in un circolo virtuoso.
Infine, una soluzione tecnologica che promette la conquista dell’indipendenza energetica: si chiama Shit Balloon, è un palloncino biodigestore di tessuto impregnato di cemento che produce compost e biogas riutilizzando gli scarti organici di casa e dell’agricoltura.
Impossibile per la giuria scegliere un vincitore! Radish, Indie Farmer e Me-farmer sono state le proposte più votate (e quelle che hanno partecipato alla sfida di Expo), ma tutte hanno il potenziale per rivoluzionare il futuro del cibo. Con passione, entusiasmo e tenacia si può.
Vanna Sedda
press@slowfood.it
L’immagine è puramente evocativa e non si riferisce a nessuno dei progetti citati

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