mercoledì 14 ottobre 2015

elogio della profondità

Elogio della profondità

by JLC
comuneros
di Alain Goussot*
La società dello spettacolo, dei media e del consumismo di massa ha concretizzato quello che temeva Jean-Jacques Rousseau nel suo "Discorso sugli spettacoli": l'esibizionismo narcisistico e il dominio dell'apparire sono ormai la condotta più diffusa, la stessa politica è una operazione di marketing da dove è escluso ogni riferimento alla verità, anzi più vendo menzogne più si consumano menzogne mediatiche più il consenso è grande.
Eppure basta riflettere sulle relazioni sociali vere, sui rapporti umani fatti di quotidianità, semplicità e anche contraddizioni che sono quelle di quel mondo di emozioni e sentimenti veri che percorrono l'affettività, basta pensare ai legami che siano di amicizia o di amore. Come diceva Blaise Pascal è la nostra fragilità che fa la nostra forza e la nostra profondità, mentre donne e uomini dello spettacolo si mettono la maschera continua del "vincente" nella competizione per l'apparire e l'arricchirsi materialmente.
Søren Kierkegaard c'invitava a recuperare il senso profondo dell'angoscia esistenziale di fronte all'infinito, ed è proprio nel momento in cui accettiamo la nostra finitudine che possiamo toccare l'infinitudine dell'esistenza umana.
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Ritrovare la profondità dell'esistere e non solo la superficialità del semplice vivere vuol dire recuperare il senso profondo degli interrogativi sul senso della vita, la morte, lasofferenza, le relazioni, la dignità, l'amicizia, l'amore, la giustizia e la fratellanza. Ritroviamo questa nostra profondità e non lasciamoci abbagliare dall'apparenza luccicante e rumorosa dei media, del sistema dei consumi e del marketing politico. Come diceva Rousseau la società dello spettacolo implica che "ciascuno guarda gli altri e vuol essere guardato dagli altri, ma la valutazione pubblica comporta un prezzo": l'abbandono della dignità umana e la perdita del sentimento di eguaglianza che lega gli esseri umani, permettendo loro di riconoscere le differenze come valore di ogni autentico processo di umanizzazione.
Insomma la superficialità egocentrica e narcisistica dominante nella nostra società ci porta verso un imbarbarimento di cui non siamo ancora in grado di misurare la gravità per il futuro.
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* Alain Goussot è docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bologna. Pedagogista, educatore, filosofo e storico, collaboratore di diverse riviste, attento alle problematiche dell’educazione e del suo rapporto con la dimensione etico-politica, privilegia un approccio interdisciplinare (pedagogia, sociologia, antropologia, psicologia e storia). Ha pubblicato: La scuola nella vita. Il pensiero pedagogico di Ovide Decroly (Erickson); Epistemologia, tappe costitutive e metodi della pedagogia speciale (Aracneeditrice); L’approccio transculturale di Georges Devereux (Aracneeditrice); Bambini «stranieri» con bisogni speciali (Aracneeditrice); Pedagogie dell’uguaglianza (Edizioni del Rosone). Il suo ultimo libro è L’Educazione Nuova per una scuola inclusiva (Edizioni del Rosone)
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DA LEGGERE
Viviamo in perenne competizione con tutti. Siamo cervelli in vendita desiderosi di emergere, di apparire in qualche talk-show. Oppure inseguiamo oasi individuali. La nostra volatilità è assoluta. Ci restano nausea e molta rabbia
C'è bisogno di allargare il letto del fiume dell’economia per arginare le sue forze catastrofiche. C'è bisogno di popolare l’immaginario di nuove idee, di speranze, di condivisioni, di relazioni comunitarie e non mercantili
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APPUNTAMENTO
24 e 25 ottobre, a Bastia Umbra con la Rete di educazione cooperativa

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