mercoledì 13 agosto 2014

L'INIZIO DI UNA LOTTA.DALLA PARTE DEL FOTOVOLTAICO

Governo intervenga per il rilancio del fotovoltaico che rischia il collasso

Governo intervenga per il rilancio del fotovoltaico che rischia il collasso

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Se non si interviene subito sono già a rischio 130.000 posti di lavoro perché, grazie al Decreto Romani e al governo Monti, moltissime aziende saranno costrette a chiudere.  Sostenere il fotovoltaico significa innovare l'Italia, abbattere l'inquinamento e accelerare l'uscita dalle fonti fossili come petrolio e carbone e dare un contributo fondamentale per salvare il Pianeta dai cambiamenti climatici che sono una delle priorità del XXI secolo.
A:
Andrea Orlando, Ministro dell'Ambiente
Flavio Zanonato, Ministro dello Sviluppo economico
Enrico Letta (Presidente del Consiglio dei Ministri), Presidente del Consiglio dei Ministri 
PETIZIONE PER NON FERMARE IL FOTOVOLTAICO IN ITALIA

Premesso che:

- ad oggi si è esaurito il V conto energia e il fotovoltaico italiano risulta almeno per ora orfano di incentivi;
- abbiamo raggiunto la quota di 6,7 miliardi di euro di spesa cumulata per gli incentivi al fotovoltaico;
- il secondo registro per i grandi impianti, che è stato chiuso il 17 maggio, sembra non abbia raccolto molte adesioni;
- occorre considerare che nel conteggio della spesa complessiva, ci sono anche risorse destinate a impianti che hanno avuto accesso al primo registro del V conto energia ma che non saranno mai realizzati; nel senso che per coloro i quali hanno avuto accesso alla graduatoria del primo registro per gli impianti sopra ai 12 kW, pubblicata il 28 settembre 2012, avrebbero tempo un anno, cioè fino al 28 settembre prossimo, per fare entrare in esercizio gli impianti;
- per il mercato fotovoltaico europeo il 2012, seppur segnato da una flessione del 27%, è stato il secondo miglior anno di sempre. A livello mondiale invece il calo congiunturale si è fermato a un 4%. Un dato molto interessante è che in soli tre anni, dal 2010 al 2012, la quota europea sul mercato mondiale è scesa dall’80 al 55%. In totale ad oggi risultano installati in Europa quasi 70 GW, di cui il 50% nelle sole Germania e Italia;
- che è Roma la capitale dell’energia solare con 5.381 impianti fotovoltaici attivi, mentre Trentino, Puglia, Lombardia ed Emilia-Romagna si guadagnano il titolo di eco Regioni. Sul podi ci sono altre città virtuose, come Perugia (1.887 installazioni e 51.709 kWp) e Ravenna (1.741 impianti e 120.788 kWp);
- nel 2012 sono nati 141.886 nuovi impianti fotovoltaici, una performance che porta a 472.082 il totale di installazioni attive nel Belpaese a fine anno. In 7.857 comuni italiani è stato installato almeno un impianto fotovoltaico e solo in 248 centri (il 3% del totale) non c'é produzione di energia solare;
- la potenza complessiva degli impianti installati purtroppo è passata da 9.303 Mw del 2011 ai 3.426 MW del 2012, dato che ha segnato un tracollo per il fatturato: da 23 miliardi di euro del 2011 a soli 7 miliardi e 194 milioni di euro nel 2012. Da un anno all'altro sono quindi scomparsi 16 miliardi di euro con una diminuzione del 69 per cento del fatturato e il 64% della potenza installata, con conseguenze drammatiche in termini occupazionali con oltre il 50% in meno;
- la nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN), nasce già vecchia, in quanto non è possibile definire ‘strategia’ un documento che ha un orizzonte temporale di soli sette anni, periodo tra i più brevi in Europa e nel Mondo per documenti di questo tipo, dove per diminuire i costi dell’energia e ridurre le importazioni energetiche invece di puntare sulle Rinnovabili e sul risparmio energetico si decide di puntare sulle fonti fossili, con le trivellazioni petrolifere (15 miliardi di euro d'investimento per 15 mila addetti, contro i 7,8 miliardi di euro e i 266 mila addetti delle rinnovabili, al 2020) e di trasformare l’Italia nell’hub europeo del gas, attraverso la creazione dei rigassificatori, spingendo, così, la già eccessiva generazione elettrica da cicli combinati. Rispetto all’efficienza energetica, non si predispongono gli strumenti necessari al raggiungimento degli obiettivi di 20 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti) di energia primaria al 2020: il 25% rispetto allo scenario di riferimento europeo. Solo il 5% in più rispetto gli obblighi imposti da Bruxelles;
- la recente proposta dell'Autorità di far pagare gli oneri di sistema anche sull'energia autoconsumata rischia però di essere ulteriormente distruttiva per il settore;
- entro il 2013 la Commissione Europea dovrà predisporre il nuovo pacchetto Clima-Energia. Occorre superare il pacchetto 20-20-20 e assumere come obiettivo il 35-35-35.

I Verdi e gli Ecologisti chiedono al Governo:
di ripensare il V conto energia e la Strategia Energetica Nazionale (SEN), e decretare un VI conto energia che sia in grado di far ripartire un settore, che aveva creato 130 mila posti di lavoro, attraverso:

− la verifica iniziale di quanto degli impianti ammessi nel primo registro, che hanno assorbito poco più di 90 milioni di euro, verranno realizzati o meno pena l'esclusione dal registro
− la revisione del Registro GSE con un meccanismo a sportello e slegato dall'autoconsumo
− premiare l'autoconsumo e i sistemi d'accumulo (storage)
− incentivi maggiori per tutti gli impianti domestici entro 20 kW e per gli impianti industriali delle PMI sotto i 200 kW (purchè su coperture o terreni limitrofi)
− l'eliminazione degli oneri concessori per gli impianti in Grid Parity ed il rilancio deii Sistemi efficienza di utenza (SEU) attraverso una liberalizzazione energetica dal basso contro i monopoli energetici
− la stabilizzazione del prezzo di acquisto dell'energia prodotta da impianti fotovoltaici in funzione del costo del petrolio sul mercato mondiale aumentato di un 10% per sostenere il costo delle infrastrutture
− l'adeguamento delle reti elettriche con l'inserimento delle reti intelligenti
− l'eliminazione di tutti i balzelli presenti nella bolletta elettrica derivanti da costi di smaltimento dei prodotti di scarto del petrolio
− l'armonizzazione e la semplificazione nel rispetto della VIA e della VAS delle procedure autorizzative;
− ripristinare la possibilità di installare impianti a terra su aree degradate, discariche ex industriali e cave con aumento di incentivi per chi prevede recupero e/o bonifica (modello amianto), su terreni agricoli “abbandonati” in funzione di un piano energetico italiano
− obbligare le nuove costruzioni a essere autosufficienti per almeno il 70% del loro fabbisogno energetico
− stabilizzare, in alternativa agli incentivi, le detrazioni del 50% per gli impianti FV, anche per le aziende, oggi escluse, valorizzando al massimo in concetto di autoconsumo e scambio sul posto e riducendo la detraibilità a 5 anni
− estendere i certificati bianchi ottenuti anche da impianti sopra i 20 kW
- incentivi per la sostituzione dell'amianto sui tetti con impianti fotovoltaici
- incentivi al fotovoltaico di terza generazione "innovativo".

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