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A Mantova e Cremona, come in buona parte della Lombardia e in generale della Pianura Padana, desta ancora preoccupazione il sempre vivo interesse per le trivellazioni alla ricerca di idrocarburi. La Regione dell’Expo non applica alcun principio di precauzione e continua a collezionare decisioni pericolose per il territorio ed i cittadini che chiedono di essere informati e consultati.

Arriva dagli aderenti a Salviamo il Paesaggio di Mantova l’ulteriore denuncia che per il territorio lombardo i pericoli continuano ad aumentare. Si apprende dalla stampa che il Consiglio Regionale ha bocciato ad inizio giugno una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle e da un consigliere del Partito democratico che chiedevano una precauzionale sospensione dei tanti permessi di ricerca e coltivazione di idrocarburi e di stoccaggio di gas che fanno della regione un appetitoso boccone per gli interessi delle lobby collegate alle fonti fossili.
Questo interesse è ormai vivo da qualche anno  e non sembra attenuarsi nonostante gli inevitabili effetti negativi sul territorio nonché le ben notecorrelazioni tra fracking e attività sismica. Eppure nel 2013 era stata deliberata la sospensione delle istruttorie per lo stoccaggio del gas naturale in sovrappressione. Oggi però le scelte vanno in tutt’altra direzione.

E’ un’ulteriore grave attività a forte rischio ambientale – denunciano dai territori coinvolti – che si aggiunge ad altre scelte irragionevoli, incapaci di valutare i limiti e la sopportabilità ambientale, sanitaria e umana con la previsione di un numero spropositato di cantieri per grandi infrastrutture inutili, l’aggressione ed erosione continua di suolo agricolo o comunque verde.

Eppure il territorio lombardo, almeno a parole, è meritevole di ben altre attenzioni: La Regione dice di promuovere l’agricoltura, le produzioni di qualità, di prepararsi ad Expo 2015, la più grande esposizione forse mai avvenuta riguardante il cibo, ma contemporaneamente autorizza attività che va contro la salvaguardia del suolo (un altro esempio è la recente e molto contestata Legge Regionale “Ammazza Foreste”), contro l’attività agricola. Una svolta inopportuna verso uno sviluppo per nulla sostenibile e con scelte ormai superate come quella di puntare sull’energia fossile.
I comitati del territorio si stanno muovendo, come in provincia di Cremona dove è stata recentemente ottenuta un’altra concessione per la ricerca tra l’Adda e l’Oglio. Qui è stato inviato dai rappresentanti locali di Salviamo Il Paesaggio un eloquente appello ai sindaci di tutta la Provincia: tanti punti interrogativi su questa scelta di puntare ancora sugli idrocarburi con tutti i pericoli collegati. L’appello si chiude con una chiara richiesta: che ogni Amministrazione Comunale interessata  si esprima sulla compatibilità ambientale ed economica dei progetti di trivellazione e che i cittadini e le loro associazioni vengano consultati.
Nel rilevare l’atteggiamento della politica regionale sul tema, che sembra essere finalizzato all’arricchimento di pochi a danno di molti, la domanda sorge spontanea:Perché gli Amministratori pubblici non rispettano il pronunciamento del Consiglio di stato circa l’importanza assoluta e primaria dell’ambiente/paesaggio su ogni altro interesse?
Luca D’Achille