martedì 27 gennaio 2015

Caro tsipras un secondo passo falso...che brutto governo

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Tsipras e la rivoluzione di un governo senza ladylike

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A una prima lettura, la lista dei ministri di Alexis Tsipras è l'incubo di coloro che lottano per la parità di genere in politica. Tra i quaranta nominati del nuovo esecutivo greco, quello che dovrebbe dare filo da torcere alla Troika, compaiono soltanto sei donne - tutte in posizione marginale.
I dieci ministeri sono tutti affidati agli uomini, dall'economista Yannis Varoufakis (Finanze) fino a Panaytis Kouroumplis, responsabile della Sanità. Non è possibile sapere se il leader di Syriza abbia consapevolmente lanciato un messaggio componendo un governo esclusivamente maschile ed è molto probabile che le persone competenti che lo circondano siano nella stragrande maggioranza uomini.
Senza dubbio Tsipras ha compiuto una scelta in vistosa controtendenza con i leader progressisti occidentali, a partire dall'ex primo ministro spagnolo José Luis Zapatero che per primo ha formato un governo con metà donne (una di queste incinta, alla Difesa), seguito nel 2012 dal francese Francois Hollande (diciassette donne e diciassette uomini) e infine dal premier Matteo Renzi - otto ministri e otto ministre. Sì, ma con quali responsabilità?
Sia Zapatero che i suoi colleghi europei, infatti, tendono a promuovere le donne in posizioni meno importanti dei politici uomini. In qualche modo sono scelte di facciata: le esponenti di sesso femminile non guadagnano il ministero dell'Economia o dell'Interno, bensì si occupano di materie tradizionalmente affidate alle donne: la scuola, la cultura. Oppure le forze armate, che in Europa contano molto poco. Si tratta di donne scelte dagli uomini: competenti e brave ma asservite al volere politico del capo.
Dunque, mentre una donna entra nella direzione dell'Economist e un'altra donna diventa la numero due dell'impero Facebook, in politica questo cambiamento avviene in maniera più lenta, nonostante una recentissima ricerca del Mit abbia comprovato che i team vincenti sono quelli che includono le donne. E quando le donne entrano a far parte del club, spesso è per una operazione di marketing: "Visto quanto sono moderno? Ho persino cinque ministre".
Tsipras ha preferito non giocare a questo gioco. Invece di scegliere qualche ladylike, ha composto un governo vecchio stile e tutto maschile che non manca di suscitare moti di insofferenza e di sorpresa nei suoi simpatizzanti della sinistra europea. Per molti "nessuna donna" è sintomo di conservazione e vecchiume, ma è difficile immaginare che un quarantenne post-ideologico come il fondatore di Syriza possa considerare le donne come persone meno dotate e meno competenti degli uomini.
Più probabile che in una società tradizionale come quella greca, ci siano pochissime donne ai piani alti del potere e dell'economia. Per questo Tsipras ha deciso che per il futuro della Grecia fosse più importante la competenza all'immagine luccicante del politicamente corretto.

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