domenica 25 gennaio 2015

il progetto GranPrato per un avvenire di agricoltura e decrescita

Un Prato di pane buono

by Citta invisibile
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di Cristina Cozzi
Il progetto “GranPrato” nasce nel 2011 dalla volontà di valorizzare l’agricoltura nel territorio agricolo perirubano di Prato e sostenere una tradizione produttiva, quella della cerealicoltura, e una delle eccellenze della cultura gastronomica del territorio, la produzione di pane. Il progetto di filiera locale, fa parte del percorso di promozione e creazione del Parco Agricolo di Prato ed è stato avviato dall’associazione omonima attraverso la costruzione di un “tavolo” di co-progettazione insieme ad altre associazioni ed attori economici e sociali del territorio, in particolare gli agricoltori.
Il progetto si è sviluppato attraverso una prima fase “pilota” di sperimentazione, volta da un lato a definire gli obiettivi prioritari del progetto, le relazioni fra i partecipanti alla filiera e, dall’altro, l’apprezzamento da parte dei cittadini consumatori. L’obiettivo principale, che si muove nel quadro della ricerca della sovranità e sicurezza alimentare a livello locale, è realizzare una filiera produttiva non di nicchia, in cui alla convenienza economica per tutti i soggetti partecipanti si accompagni la qualità e sicurezza alimentare, nonché il valore sociale del prodotto per i consumatori. Ciò, in particolare, a partire dal riconoscimento nel prezzo finale del grano del valore ambientale e di presidio territoriale che l’agricoltura svolge.
1468773_543899329025595_774517973_nLa fase pilota, avviata a fine 2012, ha permesso di verificare la fattibilità di tali obiettivi e l’apprezzamento dei contenuti qualitativi e sociali del prodotto da parte dei consumatori. Ciò a fronte di un prezzo al consumo di soli 3 euro al chilogrammo per un pane a km 0 e a lievitazione naturale, prezzo che deriva da un riconoscimento al contadino di 40 euro al quintale per il grano venduto.
Visto il successo della fase pilota, il tavolo - costituito in particolare da aziende agricole, un molino, panificatori, Gruppi di acquisto solidale, Associazione Parco Agricolo di Prato e Associazione Terra Rara, associazioni agricole Coldiretti, Cia, Confartigianato - si è costituito nel 2013 in associazione non profit per la gestione commerciale del progetto. Nell’associazione gli operatori non commerciali fanno parte del Comitato dei Garanti insieme con enti pubblici come La Provincia di Prato e il Comune di Montemurlo. L’associazione si avvale, come nella fase pilota, di un pool di esperti anche di livello universitario, che compongono il Comitato tecnico scientifico.
L’associazione si fonda sul comune riconoscimento, oltre che di uno statuto, di un Patto di filiera fra gli operatori, di un disciplinare di panificazione e di uno di coltivazione, volto, quest’ultimo, ad orientare le aziende agricole verso la progressiva adozione di buone pratiche agricole anche di tipo biologico.
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Al momento l’associazione GranPrato raccoglie nove aziende agricole, nove forni, un molino, un pastificio artigianale e un pasticcere. Ogni settimana vengono prodotti e venduti al dettaglio circa 10 quintali di pane, oltre all’impiego della farina GranPrato per prodotti da forno, anche innovativi, realizzati dagli stessi fornai e dalla pasticceria. La farina viene inoltre venduta usualmente al dettaglio anche nei mercati contadini di Prato, mentre al momento sono dedicati alla coltivazione del grano per la filiera GranPrato, oltre trecento ettari di superficie agricola.
L’associazione Gran Prato, oltre che a espandersi sul mercato privato, punta anche alla fornitura per le mense pubbliche, in coerenza con le stesse direttive della Regione Toscana. A tale riguardo al momento l’associazione è in trattative con la società di ristorazione che fornisce le mense scolastiche del Comune di Prato.
L'Associazione raccoglie dunque contadini, mugnai e fornai che hanno deciso di mettere la propria esperienza, il proprio lavoro e la propria passione al servizio di un obiettivo ambizioso: valorizzare l’economia locale e le sue eccellenze perseguendo obiettivi di equità economica per chi produce, qualità ambientale, convenienza e salubrità per i cittadini consumatori. Ciò nella convinzione che fare economia e mercato significa prima di tutto riconoscere il valore aggiunto di un territorio e del lavoro delle persone che lo abitano e che lo rendono vivo.

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