giovedì 8 ottobre 2015

le pesanti responsabilità e di Marino sul non governo di Roma

Ignazio Marino ha stufato anche il Pd. Fonti dem: a un passo dalle dimissioni, poi il colpo d'ala...

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MARINO
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Il gioco del cerino non basta più. Se fino a questo momento il Pd ha aspettato un passo indietro di Ignazio Marino e il sindaco di Roma ha atteso che dal Nazareno arrivasse una presa di posizione ufficiale sul suo conto, creando così una situazione di stallo, ora i dem non ne possono più e mostrano tutta la loro insofferenza. Il primo cittadino della Capitale ha stufato anche loro.
Gli attacchi incrociati, le smentite della Comunità di Sant’Egidio e dei ristoratori sulle spese di rappresentanza, le accuse anche di aver sottratto i soldi al Comune, hanno portato – si apprende da fonti dem romane – il sindaco della Capitale a un passo dalle dimissioni. Per la prima volta, da quando è in carica, Marino stava per lasciare il Campidoglio nell’isolamento totale in cui si è cacciato e in cui il Pd nazionale lo ha lasciato. Ma poi il colpo d’ala e ci ha ripensato, studiando e meditando una controffensiva nei confronti di chi lo vorrebbe vedere arreso. Ed ecco che ha annunciato di restituire i 20mila euro utilizzati per le spese di rappresentanza attraverso la carta di credito del Comune di Roma: “E’ un regalo che faccio ai cittadini”, ha detto. Dichiarazioni lontane da un’ammissione di colpa ma che in tanti leggono come il gesto disperato di una persona che, appunto, fino a pochi minuti prima aveva pensato di dimettersi.
A nulla però sembra essere servita quest’iniziativa. Adesso il commissario dem romano, Matteo Orfini, starebbe cercando una exit strategy per limitare i danni. A riprova che anche l’ultimo baluardo del sindaco ha ceduto. Per mandare via Marino non si parla più di un anno ma di un mese di tempo. Sono queste, almeno per il momento, le voci che circolano. “C’è una valutazione politica in corso”, spiegano fonti dem che, nei fatti, stanno curando il dossier della Capitale. La confusione è tanta e per adesso si parla ovviamente solo di ipotesi. Ma di certo, il respiro, che era stato dato al sindaco per evitare il caos proprio alla vigilia del Giubileo, è stato soffocato. A novembre, secondo qualcuno, si voterà il bilancio del comune e, nel caso in cui non dovesse essere approvato, il Campidoglio può essere commissariato per poi tornare al voto nel 2017. Questo sarebbe uno dei possibili scenari, che il Pd sta vagliando con un occhio alla Capitale e con l’altro puntato sui sondaggi che vedono i dem in crisi e i 5Stelle in netta salita.
Che l'affaire Marino preoccupi i livelli nazionali è chiaro. Michele Anzaldi rompe gli indugi e spara a zero: “Roma merita questo stillicidio? E tutto questo quanto danneggia i dem nazionali?”. A breve il Pd prenderà una posizione ufficiale e a Montecitorio non si parla d’altro. In Aula, in un angolo, si sono riuniti il vice segretario Lorenzo Guerini, Matteo Orfini e Lorenza Bonaccorsi, punto di riferimento dei renziani di Roma. Il presidente del Pd ha ripetuto che, da questo momento, della vicenda delle spese del sindaco di Roma, si interesserà la Procura, che dovrà valutare se le accuse di Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle sono fondate. Poi c’è una nuova riunione tra Orfini e Guerini, un segnale questo dell'attenzione riservata dai vertici del Nazareno al comune di Roma.
In Campidoglio si attende di capire l'orientamento del premier: “Serve una presa di posizione ufficiale”. Ma fonti parlamentari del partito sottolineano che non si esclude più alcuna ipotesi. Anche il commissariamento.

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