martedì 13 ottobre 2015

l'uomo della porta accanto

L’uomo della porta accanto

by JLC
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fonte: aliexpress.com
di Maria G. Di Rienzo*
Quando l’anno scorso arrestarono Riccardo Viti per l’omicidio di Andreea Cristina Zamfir, l’allora procuratore facente funzioni a Firenze disse di lui: “Quello che è stato definito mostro è l’uomo della porta accanto”.
Ricordate Andreea, suppongo. 26 anni, romena, madre di due bambini, prostituta. Il suo cadavere fu trovato il 5 maggio 2014 sotto un cavalcavia alla periferia di Firenze, legato a una sbarra, con un bastone infilato nella vagina. La sua agonia, si legge nella sentenza che ha condannato Viti a vent’anni di carcere, è stata “lenta e orrenda”.
L’uomo della porta accanto che gliel’ha inflitta è stato processato anche per cinque ulteriori aggressioni violente a prostitute avvenute tra il 2011 e il 2014. Le legava a pali, le sodomizzava con bastoni o bottiglie, versava loro addosso candeggina, stringeva con le pinze i loro capezzoli, si eccitava sentendole urlare e infine le abbandonava legate e sofferenti, nude, talvolta dopo aver rubato loro borse e abiti. Allo scopo, viaggiava di notte portandosi dietro tutto l’occorrente: manici di scopa, nastri adesivi, corde, lubrificante. “Sembrava tranquillo, – ha raccontato una delle donne così assalite – ma quando scendemmo dall’auto diventò una bestia. Mi fece spogliare e mi legò. Qualche mese dopo tornò. Io lo cacciai. Lui disse che mi avrebbe ammazzata.”
Costui, il signor Viti, ha 55 anni. Incensurato. Abitava con i genitori anziani, la convivente ucraina e il figlio di lei. Faceva l’idraulico. Era maestro e arbitro nazionale di arti marziali.Ha seviziato prostitute, secondo gli inquirenti, per almeno 10 anni allo scopo di sfogare “il suo vulcano interno di rabbia”. Naturalmente ora è, nelle sue stesse parole, “desolato” e “affranto”: “Non mi sono mai sognato che quella persona potesse morire. Chiedo umilmente perdono”. Mentre era così travolto dal dolore, pare abbia tentato di trasferire delle proprietà, per pagare meno soldi ai familiari della sua vittima…
Ora abbiamo il quadro, ma le motivazioni di tanta “rabbia” da sfogare sulle donne non sono indagate oltre la classificazione dell’evidente sadismo di Viti. Di solito, il “rabbioso” è giustificato con: la separazione dalla compagna/moglie, la disoccupazione, la depressione e il raptus. Qui non c’è nulla del genere che consenta di cucinare la solita minestrina sul povero uomo sconvolto: la rabbia di Riccardo Viti si chiama odio, puro e semplice, senza possibile giustificazione – il termine esatto è misoginia, odio per le donne. E non salta all’occhio, in questa sua attitudine, perché la condivide con innumerevoli altri uomini e ragazzi della porta accantoperché èintessuta – approvata – incoraggiata dall’attuale clima culturale italiano, che è questo:
gelato
Lasciatemi ribadire che non ho alcuna simpatia per il governo in carica, nessuno dei cui membri (maschi o femmine) si è guadagnato il mio rispetto di cittadina italiana, non avendone mostrato sino ad ora un briciolo ne’ per la maggioranza della popolazione, ne’ per il territorio che amministra e meno che mai per la Costituzione della Repubblica. Perciò non ha importanza il ruolo politico rivestito dalla donna fotografata: la cosa davvero importante è che la redazione di una rivista, sia pure di un prodotto “trash” come “Chi”, ha ritenuto accettabile, divertente, “normale” un articolo del genere. Trent’anni fa, fidatevi della mia tarda età, non sarebbe stato possibile nemmeno per il famigerato “Cronaca Vera” che sguazzava in tradimenti d’ogni tipo, priapismi di lattai e ninfomanie di fornaie.
L’odio ha bisogno di degradazioneNel caso delle donne questa degradazione prende principalmente la forma dell’oggettificazione sessuale. Il senso di possesso sui corpi delle donne e della loro disponibilità non negoziabile abbassa o distrugge completamente le barriere poste dalla consapevolezza dell’avere di fronte un altro essere umano. Le donne oggettificate sono appunto “oggetti”: si comprano, si vendono, si prendono, si usano, si rompono, si gettano via. Il problema dell’Italia al riguardo è più che grave, è spaventoso. Non crea e nutre solo i Riccardo Viti.
“È stato preso il presunto assassino di Vincenza Avino, uccisa a colpi di arma da fuoco sparati da unauto in corsa a Terzigno, in provincia di Napoli. Si tratta di Nunzio Annunziata, suo ex compagno, individuato dai carabinieri dopo una serie di ricerche durate tutta la notte. 14 settembre 2015.”;
Siracusa, uccise la moglie incinta. Confessa dopo otto mesi. Christian Leonardi è stato arrestato dai carabinieri. Ieri nuovi rilievi del Ris nella casa in cui la donna è morta nello scorso gennaio: era all’ottavo mese di gravidanza. 19 settembre 2015.”;
“Nonno materno abusa di bambina di 5 anni, arrestato. È accaduto in provincia di Messina, l’uomo ha 57 anni. La piccola ha raccontato l’accaduto alla madre e le violenze sono stata confermate da successiva visita ospedaliera. 29 settembre 2015.”;
“Mamma ventenne uccisa a coltellate nella sua auto, confessa l’ex convivente. È accaduto a Nicolosi, nel Catanese. Bloccato a Milano l’ex compagno Luca Priolo, che in passato la vittima aveva denunciato per stalking. 7 ottobre 2015.”;
Pistoia – Insegue l’ex fidanzata con l’auto, la tampona e la massacra a coltellate. L’uomo, Emanuele Nelli, 24 anni, si è costituito. Era braccato da polizia e carabinieri. Da tempo tormentava la ragazza ed era stato denunciato. 10 ottobre 2015.”
È una piccola selezione degli ultimi due mesi. Sapete già che potrei allungare l’elenco sino alla nausea, vostra e mia. E non si tratta di improvvisi scoppi di follia, di contesti di miseria o di qualcosa che comunque “devia” dal corso principale dell’attitudine sociale verso le donne. Sentite come lo spiega bene una studente straniera ora a Firenze con il programma “Junior Year Abroad Network 2014/2015”, Julia Cripps. I brani sono tratti da un suo post del marzo 2015: “Qual è lo sport nazionale italiano?”, ci ha chiesto l’Ispettore Capo di Firenze durante il corso d’orientamento, a gennaio 2015, a Villa Le Balze. “Calcio?” No. “Rugby?” No. “Sarà mica il cricket?” No. “Sono le donne!”, ha esclamato scoppiando a ridere. (…) Le molestie alle ragazze in strada accadono in tutto il mondo, ma per gli italiani sono strettamente associate alla loro identità culturale. I miei professori qui mi hanno spiegato che l’Italia ha una cultura molto estetica”. Complimenti all’Ispettore e ai professori: le donne sono sport e le molestie in strada sono identità culturale e di conseguenza la violenza di genere è estetica. Nella stessa logica laprostituzione, non dimentichiamolo, quella meravigliosa professione che ha permesso a Riccardo Viti di abusare di Andreea Cristina Zamfir e di ucciderla, è una meravigliosa sceltacompiuta, chissà perché, da donne il cui ventaglio di opzioni è strettamente limitato da povertà, razzismo e patriarcato.
Ma se non vi basta, The Independent ha di recente definito – giustamente – l’Università La Sapienza di Roma uno “zimbello per le risate internazionali” dopo che quest’ultima ha “organizzato un concorso di bellezza per le sue studenti in cui alle ragazze, alcune non più che 19enni, si sono offerti in premio interventi di chirurgia plastica”. Le critiche al rettore Eugenio Gaudio, prosegue il quotidiano, sono venute da “docenti universitarie in Italia e ovunque, per l’aver presentato la fase di apertura di Miss Università 2015. La scelta della località, il nightclub e sala per gioco d’azzardo “Billions” di Roma, probabilmente non ha aggiunto nulla al senso di salubrità della faccenda.” The Independent sottolinea inoltre che La Sapienza fa ormai un po’ pena pure a livello accademico… ma vuoi mettere i suoi culi e le sue tette, aggiungo io.
Suscitare erezioni è il solo scopo per cui una donna esiste, non è vero? E quando non esiste più, perché come Andreea si “rompe” in modo definitivo durante i vezzosi giochini dell’uomo della porta accanto di turno, il capitalismo neoliberista ha già creato legioni di sue sostitute.
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