domenica 22 marzo 2015

sugli ulivi salentini

Salento: gli ulivi risorgono, smascherando la bufala del “batterio 
killer”
by admin on nov 20, 2013 • 00:37 44 commenti

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Chi si è recato nei giorni scorsi nelle aree “rosse”, quelle 
maggiormente colpite dal fenomeno dell’essiccazione degli ulivi, vi ha 
trovato alberi in pieno vigore rigenerativo. Tutto questo in uliveti 
abbandonati, che non hanno subito nessun intervento “curativo”, ed è 
tutto un tripudio di germogli e di nuova vegetazione!

L’area interessata comprende dagli 8.000 ai 10.000 ettari, e sarebbero 
fino a 600.000 gli alberi d’olivo che rischiano l’eradicazione. Numeri 
biblici, per uno scenario di devastazione da film di fantascienza! 
Pesticidi e diserbanti chimici da usare con la scusa di eliminare tutti 
i “serbatoi di inoculazione”, (si parlava, persino, di irrorazione 
dall’alto con l’uso degli aerei), e squadre, financo, di militari, 
lanciafiamme contro erbe e muschio, ed eradicazioni!

Si è parlato, non a caso, con preoccupazione e rabbia da parte dei 
cittadini, di “shoah degli ulivi”, e di “olocausto chimico del Salento”, 
e in tanti hanno perso il sonno per via degli incubi di tutto questo 
assurdo scenario da guerra contro tutto ciò che vuol dire Salento!

Il brutto gioco messo in piedi ad arte, e che oggi crolla 
rovinosamente, è ormai fin troppo palese. Dopo esser stati chiamati ad 
intervenire per studiare la particolare sintomatologia del disseccamento 
di alcuni rami degli ulivi, (chiamati anche da alcuni nostri attivisti, 
cittadini sensibili all’ambiente), dei tecnici preposti giunti sui 
luoghi vi trovano sugli alberi diversi patogeni, insetti e muffe, ma 
anche poi un batterio, di questo i primi studi ben dimostrano essere non 
patogeno per alcuna coltura e, addirittura, un batterio che esperimenti 
pubblicati, inoculato nell’ulivo, non ha dato mai sintomatologie 
patogene. “Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari 
forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di Xylella 
fastidiosa appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né 
la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) 
indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo” (articolo 
pubblicato il 30 ottobre 2013 sul sito della Accademia dei Georgofili, 
per l’approfondimento sul caso degli olivi salentini).

Per cui, dai tecnici locali, si è presentato tale batterio, qui nel 
Salento, come concausa della sintomatologia degli ulivi; sintomatologia 
bollata subito come “terribile contaminante epidemia senza alcuna 
speranza”; finché, poi, nelle uscite sui media più nazionali, dai 
medesimi tecnici, il batterio trovato è stato presentato come il 
principale imputato responsabile, il “batterio killer”! E così, è stato 
anche presentato da tutti gli enti sciacallo, e politicanti, accorsi 
sulla scena come avvoltoi per banchettare del Salento e sui possibili 
lauti fondi europei, nazionali e regionali così ottenibili.

Per di più l’innocuo batterio potrebbe essere persino endemico ed 
endofito, come anche ipotizzato da alcuni stimati docenti universitari 
locali, ovvero presente ovunque e da sempre nel Salento in maniera del 
tutto asintomatica. Eppure, senza una diagnosi alcuna, o con una 
traballante diagnosi, vacillante e scarna, contestata anche 
pubblicamente da locali ricercatori universitari, si voleva procedere, o 
meglio, imporre con sanzioni e coercizioni, una TERAPIA FINALE sugli 
ulivi salentini.

Li abbiamo chiamati per osservare, analizzare e curare una 
sintomatologia particolare e poco nota degli ulivi, al fine di un’estate 
siccitosa, e di una prolungata estate dal punto di vista termico, 
fenomeno naturale possibile, che ha portato anche quest’anno, 
eccezionalmente, ad anticipate fioriture autunnali di tantissimi alberi 
nel Salento, e questi non solo non studiavano e curavano un bel nulla, 
ma si dedicavano a promuovere l’eradicazione del presunto paziente e di 
ogni possibilità di sua rigenerazione, avvelenando e cancellando tutto 
il vivente!

Da troppo tempo, ormai, stiamo assistendo a vergognose e continue 
campagne di terrorismo speculativo sui naturalissimi parassiti delle 
piante, non ultima quella sui nostri lecci, in cui strani tecnici e 
politicanti, gridano al disastro, e mica per curare, ma solo per avere 
fondi pubblici per estirpare le piante, o potarle a morte, e per 
spandere tonnellate di prodotti chimici nocivi di ogni genere!

Le parassitosi sono fenomeni naturalissimi e transitori, e al più 
effetti di squilibri in cui intervenire ricostruendo gli ecosistemi, 
ripiantando di più, anche proprio le piante colpite, e favorendo così 
anche il ritorno dei predatori naturali, quanto più autoctoni possibile, 
dei parassiti, per ripristinare equilibri alterati a volte dallo stesso 
uomo; ricreando gli habitat degli insetti insettivori, le macchie 
ripariali e dei “sipali”, le stesse che oggi si vorrebbero cancellare 
nel Salento, in preda alla follia più cupa; non, dunque, cancellando 
parassiti, piante parassitate o semi-parassitati, e gli eventuali 
insetti vettori, cancellando ogni insetto ed il loro ecosistema, come 
nel parossismo intollerabile raggiuntosi con il “mal affaire Xylella” 
ora in Puglia!

Dobbiamo, invece, aumentare non diminuire la biodiversità!

In Puglia ora, sul “mal affaire Xylella” pendono pesanti gli spettri 
della speculazione del mercato della biomasse, delle multinazionali 
della agro-chimica industriale, persino, degli OGM per produzione di 
biocarburanti, come quelli di mille speculazioni consuma suolo.

Tutto quanto scoperto e diffuso in rete dai cittadini in pochi giorni, 
è impressionate. I legami di accordi e convegni di diversi enti ed 
associazioni di categorie, scese in scena in questi giorni, con le ditte 
delle industrie che speculano sulle biomasse; il finanziamento delle 
ricerche di università d’oltre oceano, oggi coinvolte nella questione 
Xylella in Puglia, da parte di multinazionali della agrochimica e degli 
OGM, il progetto Alellyx (che è impressionantemente l’anagramma del nome 
Xylella, con cui in Paesi poveri i colossi mondiali delle multinazionali 
degli OGM e dei brevetti sulle sementi, son entrare ad egemonizzare le 
economie dei paesi del sud America, utilizzando la Xylella, come cavallo 
di Troia, per imporre varietà brevettate, presentate come ad essa 
resistenti, al posto della tradizione agricola delle locali genti per la 
produzione in prevalenza di bioetanolo); ecc.

Ora, di fronte agli olivi che risorgono più onorevole sarebbe un 
“scusate ci siamo sbagliati!”, invece crediamo sia anche possibile 
assistere ancora a disonorevoli arrampicate falso-scientifiche ed 
illogiche sugli specchi! Questa segnalazione poi degli olivi che 
risorgono doveva venire data con giubilo da quegli stessi tecnici, ma 
invece … nulla, e come sempre devono essere giornalisti attenti e 
cittadini a colmare queste preoccupantissime mancanze!

Sia questa l’occasione per fare rinascere nel segno della salubrità il 
paesaggio pugliese, all’insegna delle pratiche virtuose e dei principi 
che abbiamo raccolto nel “Manifesto per l’urgente riconoscimento del 
vasto ecosistema dell’uliveto quale Agro-Foresta degli ulivi di Puglia!”

La Regione Puglia deve d’urgenza fermare i 2 milioni di euro stanziati 
ai consorzi di bonifica, nel quadro della quarantena, per il biocidio 
della flora dei canali, che son i rivi, i fiumi di Puglia, dove vi è il 
rischio non solo del taglio meccanico dei canneti, che rinascono, ma 
anche dell’uso della chimica ad avvelenamento immorale di suoli, aria, 
ed acqua, intollerabile, e il serio rischio di taglio eradicativo degli 
alberi ripariali, protetti, che con le loro radici trattengono gli 
argini terrosi degli stessi rivi.

Quei soldi siano ridestinati ad opere di rimboschimenti con piante 
autoctone naturali NO OGM , magari da fare eseguire ad enti pubblici 
(eventualmente anche gli stessi) e privati! Come agli orti botanici 
universitari, e alla Forestale! Più alberi sui canali, non 
l’eradicazione degli esistenti che finirebbero come biomassa chissà 
dove, spacciati anche come lucroso rifiuto che non sono!

Il vero problema principale e precedente da risolvere è l’uso della 
chimica nell’olivicoltura che va risolto imponendo la conduzione 
dell’oliveto all’insegna delle filosofie del biologico e delle buone 
pratiche agricole. Ed oggi, invece, si voleva persino aggiungere chimica 
a chimica (quando una delle potenziali cause che può rendere un agente 
da endofito e innocuo a patogeno è proprio lo stress chimico!).

Il danno di immagine all’economia salentina creato da questi 
irresponsabili nel “mal affaire Xylella” è immenso ed inquantificabile, 
ma è l’ultimo dei problemi oggi, e siamo certi sarà risolto in breve 
tempo, ora che la stessa Natura, come sempre, dopo le copiose piogge 
autunnali, ha smascherato il piano di ecatombe biocida che, taluni, 
stavano portando avanti, progettando di fare di 10.000 ettari di 
Salento, e forse oltre, letteralmente “tabula rasa”!

Forum Ambiente Salute
forumambientesalute@gmail.com

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