domenica 22 febbraio 2015

la schiavitu' dell'iperconnessione

La schiavitù dell’iperconnesso a tavola

by Citta invisibile
DM
di Alessandra Magliaro*
Seduti a tavola con altre persone ma con gli occhi fissi sul cellulare e a scorrere veloce sullo schermo dello smartphone. La mala educazione si è impossessata della maggior parte di noi, l'essere sempre iper-connessi ci rende sempre più schiavi degli aggiornamenti, dei contatti digitali, degli interventi nelle chat al punto che non ci sembra poi così grave seanzichè parlare con chi ci sta di fronte scriviamo sul telefonino.
La foto della persona seduta a cavalcioni sulla barca a vela che smanetta con lo smartphone perdendosi lo spettacolo di una balena che passa davanti ai suoi occhi è la sintesi di questa tendenza che, inutile starla troppo a giudicare, riguarda un po' tutti in maniera più o meno pesante.
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Non è certo solo l'Italia ad essersi ridotta così. Una ricerca appena diffusa realizzata in Europa fa emergere che  l’83 per cento degli intervistati desidera una maggiore e più sincera attenzione dagli altri. Allo stesso tempo c’è una chiara maggioranza (il 70 per cento) che riconosce anche una propria responsabilità, dichiarando di poter dimostrare più attenzione al prossimo. Tre cittadini su quattro (76 per cento) sono completamente o abbastanza d’accordo con l’affermazione che con la grande diffusione di Internet, delle e-mail e dei cellulari sempre connessi i rapporti interpersonali sono diventati più superficiali.
Più digitali, meno sociali: una persona su due dedica al proprio telefono cellulare più attenzione che al partner Il telefono cellulare può diventare un elemento di disturbo per una relazione: in Europa un intervistato su due conferma che il partner dedica una maggiore attenzione al proprio telefono cellulare che alla persona amata.
Le coppie sposate, sotto questo aspetto, sono più attente di quelle non sposate: mentre il 48 per cento degli intervistati sposati è dell’opinione che il partner presti una maggiore attenzione al telefono cellulare che a loro stessi, le coppie non sposate intervistate concordano con questa affermazione in misura nettamente maggiore (58 per cento).
Guardiamoci negli occhi: all’84 per cento degli intervistati dà fastidio se una persona guarda il telefono cellulare durante una conversazione In tutti i paesi interessati dall’indagine, quattro intervistati su dieci (39 per cento) affermano di controllare sempre o spesso gli aggiornamenti o le notizie che arrivano sul loro telefono cellulare, anche quando sono in compagnia. Quasi altrettanti (38 per cento) affermano che spesso tengono il telefono cellulare sul tavolo quando sono seduti con altre persone. In generale, emerge un grande bisogno di maggiore attenzione: il 92 per cento è completamente o abbastanza d’accordo con l’affermazione che guardarsi negli occhi durante un colloquio è importante. All’84 per cento dà fastidio se l’altra persona guarda il telefono cellulare durante la conversazione.
Il valore dell’attenzione e del rispetto è ben radicato nella coscienza di tutti gli europei. Il 71 per cento degli intervistati trova importante il “darsi reciproche attenzioni” quasi quanto la sicurezza finanziaria (79 per cento) – mentre l’essere “raggiungibili a qualsiasi ora” è molto importante solo per una persona su quattro (25 per cento).
L’istituto di ricerche di mercato e di opinione Forsa ha condotto la ricerca su incarico di Swiss International Air Lines, svolgendo interviste a campione in Germania, Austria, Francia, Italia, Spagna ed Inghilterra in merito ai valori dell’attenzione e del rispetto reciproco. Sono state intervistate 3.272 persone maggiorenni. L’indagine è stata svolta nel periodo dall’8 al 22 ottobre 2014.

* Caposervizio della redazione Spettacoli, Cultura e Media dell’agenzia Ansa. L’articolo di questa pagina è stato scritto per ansa.it. Noi lo pubblichiamo con il consenso dell’autrice, che si dice felice di appartenere a Comune-info.

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