Processo Eternit: il procuratore chiede l'annullamento della condanna a Stephan Schmidheiny per "prescrizione". L'avvocato parte civile "morte del diritto"
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"Annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione". Questa la richiesta del sostituto procuratore di Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello, nell'ambito del processo Eternit. Il procuratore ha chiesto ai giudici della prima sezione penale della Suprema Corte di dichiarare la prescrizione dei reati contestati al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, annullando senza rinvio la sentenza che aveva condannato l'imputato a 18 anni di prigione. Per Ezio Bonanni, avvocato della parte civile l'assoluzione di Schmidheiny "sarebbe la morte del diritto civile". La prima sezione penale emetterà il verdetto, probabilmente, la prossima settimana.
I fatti al centro del processo risalgono al 1966. "Il processo arriva a notevole distanza di anni - ha osservato il procuratore generale - è vero che la prescrizione non risponde alle esigenze di giustizia, ma stiamo attenti a non piegare il diritto alla giustizia. Di fronte a questi, il giudice, soggetto alla legge, deve scegliere il diritto".
Nella sua lunga requisitoria, Iacoviello ha ricordato che questo è il "primo processo sull'Eternit in Italia, ci sono attese notevoli da parte di tutta la comunità scientifica: Voi - ha detto rivolto al collegio dei giudici, presieduto da Arturo Cortese - sancirete un precedente che varrà per il futuro". Il pg, quindi, ha parlato di "disastro silente, che si muove impercettibile nelle cellule umane ed emerge decenni dopo", un reato, quello di disastro, che "ha come effetto una serie straziante di migliaia di morti".
L'imputato, secondo il magistrato, "è responsabile di tutte le condizioni ascritte. È facile cedere alle tentazioni del homo economicus di avere il profitto oggi e il morto domani", ma ciò che perdura non è il disastro, ma le morti". La sentenza è attesa per la prossima settimana.
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